domenica 15 luglio 2007

Per il PaneAngeli e' tutto pronto, basta solo cucire il diapason e mettersi d'accordo con il capotreno per la carta ecologica.....aspetta...fai il fermaimmagine.
Ma infatti,guardando i quadri situati in borgo tetro, si vede che le calze sono di spugna...e si' che avevo preso gia' appuntamento per comprare la Volvo di Holly Atton.......(le soluzioni in fondo ai ringraziamenti,per favore).
A questo punto bisogna solo credere che tentar non nuoce, e magari per la questione Springfield pensateci Voi.....
io mi occupero' dell'assolo.

Alessandro Olimpia

3 commenti:

Stefano Tigli ha detto...

...allora, Mr.Olimpia, quando ti vedremo a fare cabaret? Seguirò morbosamente i tuoi spettacoli. Se poi prendiamo il 2 di picche anche dalla prova del 9, non c'è ombra di Gubbio che quegli stronzi dei 33 trentini si saranno pure rotti i maroni di trottare. Come sai, viviamo ormai in un mondo di luoghi comuni e croniche ipocrisie, più un pizzico di sale, tutto cotto a fuoco lento; ma se quel lepido finale di partita non avesse destabilizzato gli equilibri della catapulta infernale (e mi riallaccio alla tua riflessione) probabilmente avremmo meno gatte da potare. D'altre onde, disse un junghiano regista nuovayorkese con degli occhiali come i fondi di caffè, il lavoro dà all'uomo l'illusione del significato, il sesso gli dà l'illusione dell'immortalità. Un caro amico di 130 chilogrammi suonati aggiunse che un paio di fiorentine da 9 etti (ma esistono??) danno l'illusione di esser sazi. E qui, senza arte nè parte, scaturisce la shakespeariana questione, ossia se la merda puzza perchè è merda, o se è merda perchè puzza. E ci si chiede ordunque inesorabilmente e laconicamente se ha senso esistere (in senso lato) se infine tutti quei ricordi verranno persi come lacrime nella pioggia. La risposta è si (?), per progredire, in senso collettivo e non vegetativo, affinchè il progresso dei posteri possa partire da un gradino più alto. Ed è questo il grande intento che quotidianamente si propone di concretizzare il direttore di Studio Aperto. Ora, come se gli adombrati dalle materne e leopardesche ali del Vaticano non corressero dietro alle ragazzine in P.zza San Pietro... ma non diciamo asperità! Se sapete che ore sono, mandate una cartolina al datore di lavoro. Il vostro dentista se ne accorgerà. La prossima volta vi spiegherò la concezione materialistica e dialettica della storia, scrivendo in cambogiano. Imperdibile, ritengo, a meno che non abbiate ascoltato fino adesso "Gioca Jouer", nel qual caso potete passare direttamente alla lezione successiva, su come il fuco sodomizzi l'ape regina negli alveari dello Yemen.
Vi ringrazio cavallerescamente per la cortese ma sospinta attenzione.

-Stefano Tigli-

Giandone Giardino ha detto...

Ieri sera bella partita con la palla gialla, nonostante la gravità orizzontale che ci accecava.
E’ andata proprio così: il sudore, solitamente arginato delle sopraciglia, aggirava con naturalezza la diga villosa conquistando indisturbato la cavità oculare destra di chi attaccava da sinistra e sinistra di chi attaccava da destra (questo se avete seguito l’incontro sul loro tostapane a specchio).
E’ stato difficile all’inizio, tanto che la Pigna, arrivata in ritardo, voleva tornare a casa per prendere chiave inglese e martello con la quale riassettare il vettore della disorientante (F=m*g) ma siccome l’insalata, per chi è in dieta, andrebbe condita con il limone al posta dell’aceto, ci siamo rotolati un po’ per terra per solidarietà visto che il riscaldamento… non c’era tempo.
Ben presto ci accorgemmo che la monocecità era un disagio condiviso, si poteva riconoscere sul volto del diretto avversario: durante un dribbling o a tu per tu con il portiere, ci faceva sentire tutti parte di un unico collettivo sofferente ma compatto contro la “MONOCECITA’ RIFLESSA”.
Alla fine, fatto appello alla straordinaria adattabilità della nostra specie, ci siamo abituati e abbiamo fatto a meno della profondità senza piagnistei.
Nel dopo partita il morale era alto e la combriccola ha trovato anche modo di togliersi qualche soddisfazione, chi consumando un’intera biro, punta fine, scrivendo su un calendario appeso al muro e chi osservando un pollo senza ombrello che inciampava su bacchi da seta disposti a pelo dell’acqua sulla ciclabile del Bussè.

Idro_inpudicizia ha detto...

Attento, come un ubriaco che gioca a shanghai, noto che la regina (non intendendo la mitica dello sturalavandino in orizzontale), di questo filosofare al bagno non è semplicemente mascherare concetti astratti con logica metafisica ma distorcere la percezione del tempo scandita solo dal perenne lasciar posto del dì al dì.